Lunedì ho fatto un giretto al festival della scienza e fra i vari eventi/laboratori a cui ho partecipato, sono rimasto particolarmente affascinato da quello che ripercorre la storia della concquista del Polo Sud, presentata, in collaborazione con l'American Museum of National History, a cento anni dal suo accadimento.
Per chi è di Genova, o chi capitasse da queste parti, la mostra è aperta fino al 18.marzo.2012, è presentata in anteprima Europea, ed è l'unica tappa Italiana.
La storia è particolarmente interessante perchè vede fronteggiarsi due modi di vivere l'esplorazione, e più in generale la vita, in maniera completamente differente. Da un lato abbiamo gli Inglesi, guidati da Robert Falcon Scott, che si propongono come obiettivo cardine quello di operare una ricerca scientifica, mirata a raccogliere lungo il percorso quante più informazioni su tutto ciò che di nuovo e mai visto, per l'allora genere umano, avrebbero incontrato, ne da prova che l'equipaggio era composto da numerosi scienziati specialisti in diversi settori; mentre come antagonisti troviamo i Norvegesi, capitanati da Roald Amundsen, invece mossi da un spirito totalmente agonistico e competivo, e la cui squadra è formata unicamente da atleti professionisti, preparati e motivati a raggiungere la meta finale ad ogni costo e sfruttando qualsiasi mezzo.
Preparazione, mentalità e capacità di affrontare le difficoltà completamente differenti, ma che alla fine di questo lungo percorso, segnato dal superamento di prove veramente estreme, daranno entrambe un enorme contributo all'umanità, sia in termini scientifici che offrendo interessanti spunti di riflessione sugli aspetti motivazionali che hanno guidato i due capitani e le loro rispettive spedizioni nell'impresa.
Scott aveva provato l'avvicinamento al Polo Sud già qualche tempo prima, arrivando ben all 85° parallelo. Tornato in patria, e avendo acquisito una certa popolarità, decise di pianificare subito una nuova spedizione, predisponendo tutte le risorse e gli uomini necessari per la conquista del Polo Sud, ma anche, e soprattutto, per raccogliere quante più informazioni e notizie possibili su quella parte di mondo allora completamente inesplorata. Con sè portò molti uomini, fra cui diversi scienziati, nonchè parecchie attrezzature e mezzi per poter effettuare analisi e studi direttamente al campo base. Nella sua impresa erano riversate numerose aspettative, sia dalla società civile, in termini di prestigio della nazione, che dalla comunità scientifica, la missione fu finanziata dalla Royal Geographical Society.
Il coinvolgimento di Amundsen nella storia ha origine differente, infatti in quel periodo, lui e il suo equipaggio, erano impegnato in un'altra grande impresa, l'esplorazione del Polo Nord.
Reduce dall'epico passaggio a Nord Ovest, attraverso la Groenlandia, che lo impegnò per ben tre anni e dove ebbe l'opportunità di sperimentate la sopravvivenza in condizioni di freddo polare, ricevendo tra l'altro diversi insegnamenti dal popolo eschimese degli Inuit sul come difendersi dalle basse temperature e come muoversi agevolmente nei ghiacciai, decise di avventurarsi alla concquista del polo artico formando un equipaggio altamente specializzato ( erano tutti atleti professionisti e abili sciatori ) ed attrezzato nel muoversi in situazioni estreme.
Ma sfortunatamente, durante l'avvicinamento al Nord, ricevette la notizia che gli Americani lo avevano preceduto, quindi lui, indomabile nella sua sete di primeggiare, decise di invertire subito rotta, per intraprendere il cammino opposto: ovvero la rotta che l'avrebbe condotto verso il punto più a Sud dell'antartico. Celebre fu il messaggio telegrafico che invio a Scott : "I'm going South". Il guanto della sfida era stato lanciato.
Come si capisce l'approccio di Amundsen era totalmente differente da quello Inglese: il suo obiettivo era infatti quello di raggiungere per primo la meta finale, cercando di sfruttare con la massima efficacia i mezzi e gli uomini che aveva a disposizione.
The race, la gara, ebbe quindi inizio sulle coste antartiche quando, finita la stagione invernale, entrambe le squadre, dopo aver atteso l'estate nei rispettivi campi base, erano pronte a partire alla volta del polo....